1.Dot. Mongelli, lei e’ entrato in Diaverum Italia a Giugno 2020; ci può raccontare un po’ del suo passato professionale? E magari una storia di successo di cui va particolarmente fiero?

Il mio percorso professionale, sviluppato nell’ambito commerciale a 360 gradi,  è stato sempre all’insegna delle sfide e mi ha portato a lavorare in diversi settori, aziende e paesi.

Questo mi ha arricchito molto dal punto di vista personale.

Ho iniziato nel mondo delle telecomunicazioni per poi passare al largo consumo in Procter&Gamble a Ginevra. Successivamente sono entrato in Pfizer, dove ho passato molti bellissimi anni occupandomi inizialmente del famoso Viagra e successivamente  di un prodotto dell’area Neurolgica.

Mi sono poi trasferito a Parigi per una nuova avventura, quella nel  mondo della Salute Animale sempre in Pfizer, come responsabile Europeo del business degli Animali da Compagnia.

Successivamente e sempre nello stesso ambito, in qualità di Direttore della Business Unit Animali da Compagnia sono tornato in Italia, ho vissuto  l’esperienza più significativa della mia vita professionale: la quotazione in borsa del business veterinario come azienda autonoma da Pfizer, il cosi’ detto e meglio conosciuto spin off, col la conseguente nascita di Zoetis. Un periodo di grandissimo lavoro, ma molto divertente. Ho imparato tantissimo e assieme a tutto il team Italia, abbiamo fatto cresce il business del 70% portandolo ad essere il business più importante di Zoetis. Direi che di un successo cosi’ non posso che andare molto fiero!

 

2.Potrebbe entrare un po’ nel dettaglio di quali sono le attivita’ di cui vi occupate, lei e il suo team?

Le attività mie e del mio team sono molte e molto variegate occupandoci della gestione a 360 gradi delle “nostre” cliniche, per brevità ne citerò solo alcune.

Siamo responsabili del fatto che i luoghi dove trattiamo i nostri pazienti siano assolutamente idonei a farlo garantendo i più alti standard qualitativi, cercando sempre di migliorarle, a volte anche trovando soluzioni e posti alternativi.

Ci occupiamo che tutte le strutture siano correttamente staffate con professionisti, dipendenti e collaboratori di altissimo profilo.

Siamo, ovviamente, responsabili dell’andamento economico delle cliniche e quindi sia di supportare i Direttori Sanitari ad avere ottimi rapporti con i centri di riferimento al fine di avere un flusso di pazienti entranti, sia di collaborare con il personale della clinica, in particolare il caposala, per un utilizzo corretto di tutte le risorse a disposizione (umane, finaziarie…)

 

3.Che ne pensa dell’andamento della campagna vaccinale contro il Covid-19? E della campagna di sensibilizzazione Diaverum?

La prima cosa che mi viene da dire è che la scienza ci sta mettendo a disposizione in un tempo molto rapido un’arma fondamentale per poter tornare al più presto ad una vita “normale” in cui potersi nuovamente abbracciare, fare festa insieme e scrollarci di dosso tutta le ansie e le paure di questo ultimo anno.

Io personalmente, ho avuto il Covid 19 in forma abbastanza lieve, ma che mi ha comunque costretto a stare isolato a casa per più di un mese. Appena possibile, quando sarà il mio turno mi vaccinerò per poter proteggere me, tutte le persone a me care, a partire dalla mia famiglia.

In generale poi, credo che la vaccinazione ancor di più in questa situazione, sia un atto di responsabilità e di cura non solo verso se stessi, ma soprattutto nei confronti degli altri. In questo credo fermamente che quanto Diaverum stia facendo al fine di informare in modo corretto e dettagliato pazienti e operatori sanitari sia la la cosa giusta da fare, affinchè tutti possano fare delle scelte il più possibili consapevoli.

 

4.Quale è la sua visione per il futuro prossimo, diciamo da qui a fine 2022?

Sin dai primi giorni in DIaverum, nelle mie visite all’interno delle cliniche, ho potuto constatare la grande professionalità e passione delle nostre persone, e questa per me è una fantastica base per il futuro a breve e lungo termine.

Credo che da un lato dobbiamo continuare a prenderci cura dei nostri pazienti, sia per quanto riguarda il trattamento dialitico in senso stretto che per quello che concerne la cura del paziente a 360 gradi, con gli altissimi livelli che oggi abbiamo.

Dall’altro dovremo migliorare la nostra collaborazione con le strutture pubbliche e con tutti gli stakeholder presenti sul territorio al fine di garantire  una maggiore visibilità delle nostre cliniche e poter diventare un partner ancor piu’ affidabile e riconosciuto.

 

5.Le fa piacere raccontarci qualcosa della sua vita privata?

Bah cosa dire… sono romano di nascita e di crescita, ma con sangue misto umbro-pugliese. Sono sposato con Maria Teresa da circa 2 anni. Diciamo che ho diverse passioni che ho coltivato nel corso del tempo, tra queste mi piace citarne tre.

La prima è quella del viaggiare: amo molto l’incontro con altre culture, usanze, approcci di vita. Non è mai semplice cogliere appieno le peculiarità di mondi più o meno lontani dal nostro, soprattutto durante “brevi” viaggi di piacere, ma devo dire che ogni volta torno arricchito dalle cose che imparo anche solo scambiando 4 chiacchiere con persone del posto e frequentando il più possibile i loro “posti”. Tra i viaggi più belli in questo senso sicuramente ci sono il Giappone e il Perù.

Poi…sono una persona molto sportiva, almeno ci provo, ed in particolare mi diletto a giocare a tennis.

La terza ed ultima passione, solo in senso cronologico, è quella del vino tanto che un paio di anni fa ho frequentato per circa 1 anno e mezzo un corso da sommelier…che dire sono rimasto impressionato da cosa c’è dietro una bottiglia di vino: passione, determinazione, competenza e tanta tanta fatica.

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