La solidarietà, l’affetto, l’amicizia come valori fondamentali, quei buoni sentimenti che permettono di non sentirsi mai soli.
La loro amicizia è nata per caso: il signor Francesco da poco più di 5 anni è costretto a sottoporsi a dialisi e Lillo Zito è infermiere nel centro Diaverum a Castelvetrano. È in quelle sale dialitiche che è nato tra di loro un rapporto che va oltre quello tra paziente e infermiere. Ed è grazie a questo rapporto che domenica 23 maggio l’anziano signore di 75 anni è stato salvato.
Raccontiamo questa storia a lieto fine facendo qualche passo indietro nel tempo.. E’ il racconto dell’importante amicizia tra Lillo, infermiere 50enne, e Francesco, un anziano signore che vive da solo in una casa nella frazione di Triscina.
«Con lui, già dai primi giorni che è arrivato in clinica, ho iniziato a dialogare – dice Lillo Zito – mi ha raccontato della sua vita, della scelta di vivere da solo».
Quello che nasce è un rapporto d’amicizia. Lillo si fa dare il numero di telefono, i due si sentono anche fuori l’orario delle sedute di dialisi. Anzi, Lillo ogni domenica scende da Castelvetrano a Triscina per andare insieme all’anziano signore al bar per un caffè insieme.
Sarebbe dovuto succedere anche domenica scorsa. «L’ho chiamato al telefono tutta la mattinata – racconta Lillo Zito – ma lui non mi ha risposto. Poi nel pomeriggio sono sceso a Triscina, ho bussato alla porta di casa sua, ma nessuno mi ha aperto, così mi sono insospettito e ho avvertito i carabinieri».
La radiomobile arriva presto, i militari dell’Arma e Lillo scavalcano il muro di cinta e da una finestra semiaperta riescono ad entrare. Il signor Francesco lo trovano riverso a terra, vicino al letto.
«La notte del sabato era caduto dal letto ma non aveva la forza di rialzarsi – racconta Lillo – era vigile e neanche riusciva a prendere il telefono». L’intervento dei sanitari del 118 ha consentito di stabilizzare l’anziano.
Perché, dunque, raccontare l’amicizia tra Lillo Zito e l’anziano Francesco?
È grazie all’affetto e al tenersi in contatto che questo anziano signore è stato salvato.
«Sarebbe dovuto venire nel Centro martedì – racconta Lillo - quindi per due giorni, probabilmente, non l’avrebbe cercato nessuno e sarebbe rimasto a terra da solo».
In tempo di Coronavirus, dove la solitudine si fa ancora più accentuata, storie di affetto, d’amore e solidarietà come queste danno ancora speranza, la speranza che nulla, né un virus subdolo né il cinismo della gente, né tantomeno le misure restrittive a cui siamo sottoposti per limitare il contagio, possono far dimenticare l’importanza della vita umana e dei veri, indiscussi e fondamentali valori umani.